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Fascia olivata umbra. Un bene comune

Fascia olivata umbra. Un bene comune


La “Fascia olivata Assisi – Spoleto” è un paesaggio pedemontano appenninico di oltre 40 chilometri. Un patrimonio unico e irripetibile, è il risultato millenario di cultura non di natura spontanea. La coltivazione dell’ulivo rappresenta un esempio di “paesaggio culturale vivente”, ovvero un’opera “combinata della natura e dell’uomo”. Il forte legame tra la coltivazione dell’olivo e il patrimonio storico è anche caratterizzato da una rete minuta e puntiforme di castelli, ville e case sparse di origine rurale che vanno a comporre il panorama della Fascia olivata. I primi edifici ad essere costruiti fuori dal centro abitato furono le torri colombaie (usate per la produzione del concime “palombino”), che firmano in maniera inconfondibile il territorio sporgendo dai tetti delle innumerevoli case rurali. In collina furono costruiti degli edifici, strettamente funzionali alla coltivazione degli uliveti, comunemente chiamati “chiuse”. Ma una rilevante testimonianza storica e artistica è rappresentata dalla presenza di incastellamenti (Pissignano, Campello Alto, Poreta), di mulini storici e di antiche e magnifiche ville. Tra queste: Villa Vecchia, casa detta Le Loggie, Villa Fabri, il Monastero di S. Pietro, Villa Campello, Villa Spinelli e, nei pressi di Spoleto, Villa Pianciani a testimonianza di un insediamento olivicolo seicentesco ancora perfettamente integro. È nell’opera ciclopica di fortificazione del paesaggio agrario umbro che l’ulivo, da pianta protetta, si fa albero araldico, simbolo del messaggio francescano Pax et Bonum e dell’invito benedettino Ora et labora. Segnale araldico arcaico è la presenza sulle mura di Spoleto della Torre dell’olio. Secondo la tradizione, da questa torre fu “innaffiato” di olio bollente l’esercito di Annibale che, vittorioso al Trasimeno, cercò di prendere la città seguendo il suo iniziale intento di marciare su Roma; dissuaso dalla resistenza opposta da Spoleto, Annibale scelse di dirigersi verso il Piceno. L’episodio è ricordato anche da Carducci nell’ode barbara Le fonti del Clitunno. Ma segnale araldico è anche l’olivo che sormonta, come fosse un vessillo, la Torre della porta consolare di Spello, a ricordare a tutti il carattere dell’urbanità dell’albero, incluso, come spesso accadeva, nelle mura civiche o in “chiuse” in quanto frutto di coltura artificiale e non di natura spontanea. (Leggi tutto su http://www.fasciaolivata.it/patrimonio-storico-artistico/)

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Dalla tradizione alla contemporaneità: l'intento del Simposio del legno d'Ulivo è la valorizzazione delle eccellenze artigianali umbre in ottica contemporanea affidando la lavorazione di antichi tronchi e radiche d'ulivo a riconosciuti maestri dell'arte lignea.

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